26 ottobre 2010

In ricordo di Zecharia Sitchin, intervista sugli Anunnaki e la "creazione" dell'Uomo

Il noto scrittore e ricercatore Zecharia Sitchin (recentemente deceduto il 9 ottobre 2010), intervistato dalla trasmissione di Italia1 "Mistero" nella puntata del 1 luglio 2010, parla della "creazione" dell'uomo ad opera degli Anunnaki. Postiamo questo video anche in ricordo del grande Sitchin. La sua morte lascia un enorme vuoto ed è triste constatare come in Italia quasi nessuno abbia parlato della sua scomparsa. Addio Maestro!

22 ottobre 2010

Gesù l'Anunnako, parte 2

ATTENZIONE: La Redazione di Anunnakitranoi, che cura la gestione del presente blog, potrebbe non condividere l'articolo in questione. Tale articolo, tratto da Area di Confine, viene riportato per dovere di cronaca e di informazione. Ci scusiamo con chiunque possa trovarlo offensivo.

di Pietro Albanese e Roberto Boncristiano

Tratto da Area di Confine 53 – Febbraio 2010

Parte 2

Maria e Giuseppe però non chiamarono Emmanuele (Dio è con noi) il loro primogenito, ma Gesù. Le scritture indicano il "nuovo" Messia come Gesù il Nazareno (o Nazoreo, definizione settaria), che nulla aveva a che fare con il presunto ed errato riferimento a Nazareth. Maria e Giuseppe, futuri genitori di Yehoshua e pertanto nazareni, erano profondamente vincolati alla comunità essena di Qumran, che vedrà fra i proseliti Giovanni Battista, Giacomo, fratello di Gesù e, precedentemente, Sansone e Samuele (Antico Testamento). Gli Esseni devono il loro lignaggio ai "Maestri Artigiani dei Terapeuti Egiziani", gemmazione della "Grande Fratellanza Bianca" di Thutmosi III. La comunità di Qumran (località famosa per il ritrovamento dei Rotoli del Mar Morto), prevedeva regole rigidissime alle quali dovevano sottoporsi i due sposi messianici, in questo caso Maria e Giuseppe. Ad un primo periodo di fidanzamento di tre mesi, fissato dalle regole, faceva seguito un primo matrimonio ufficiale nel mese di settembre. I rapporti sessuali erano autorizzati però solo nella prima metà di dicembre, poiché il Discendente Messianico "doveva" nascere nel mese di settembre. In caso di concepimento, si procedeva all'ufficializzazione del secondo matrimonio, ma solo dopo ulteriori tre mesi, e quindi nel mese di marzo, onde garantirsi da un possibile aborto. In caso di mancato concepimento, i rapporti sessuali venivano sospesi in attesa del successivo mese di dicembre. Pare però che le regole non siano state rispettate. Il non rispetto delle regole creò non pochi problemi alla coppia messianica. Gesù infatti dovrebbe essere nato nel marzo del 7 a.c. e qualcuno indica la data del primo dello stesso mese. Fu necessario quindi, visto l'eccezionalità dell'evento, ricorrere ad uno stratagemma. Il rito dell'Unzione della coppia fu sancito dal Sommo Sacerdote Abiatar (il designato Gabriele), che approvò di fatto il parto, nonostante la pesante infrazione". Particolare interessante emerge dal "Vangelo di Filippo", che i Codici di Nag Hammadi (Egitto) hanno riportato recentemente alla ribalta insieme ad altri Vangeli, tra i quali quelli di Tommaso e di Maria Maddalena. In quello di Filippo si afferma: "Alcuni dicono che Maria concepì per mezzo dello Spirito Santo. Sbagliano. Non sanno quello che dicono". Oggi, grazie ai ritrovamenti di innumerevoli Vangeli emersi dalle sabbie dei deserti, è possibile avere un quadro più completo della storia di Gesù. Il Concilio di Trento (1546) cancellò definitivamente i Vangeli definiti "gnostici", non allineati, e celebrò la canonizzazione solo di quattro Vangeli, quelli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni. Dalla loro attenta lettura si apprende di un comportamento poco pacifista e molto "umano" del Cristo. In Matteo 10:34 Gesù dichiara: "Non pensiate che io sia venuto a mettere pace in terra, io non sono venuto a mettere la pace, anzi la spada"; in Luca 22:36: "Chi non ha una spada, venda la sua veste e ne comperi una". Frasi come queste confermano che l’Unto, il Messia, il Cristo, rivolgendosi al suo popolo, si proponeva come il nuovo "Re d'Israele", come la Discendenza Dinastica Regale Davidica prevedeva. Non a caso, nell'episodio della crocifissione, era stata posta sulla croce una targhetta riportante l’irridente iscrizione "INRI", che stava ad indicare "Gesù Nazareno Re dei Giudei". La vita di Gesù, come noi la conosciamo, è avvolta da una nebbia fittissima. Per sommi capi ne conosciamo la nascita e la morte, ma non sappiamo quasi nulla del tempo intercorso fra i due eventi. Grazie ai racconti evangelici, altre figure emblematiche emergono al fianco del Cristo: i Sacerdoti, gli angeli, gli apostoli e Maria Maddalena. I Sacerdoti ebrei del tempo, a seconda dell’ importanza del ruolo occupato, potevano assumere come secondo nome quello degli Arcangeli o dei Patriarchi. Per fare qualche esempio, all'epoca, Zaccaria il Sacerdote era per gli Ebrei anche il Sadoc-Michele, Simeone era l'Abiatar-Gabriele, Gionata-Anna era l'Arcangelo Sariel o l'Elia. Altri appellativi dei quali si avvalevano erano anche "Padre", "Figlio", "Spirito". In una di queste circostanze Simone Zelota era il "Padre" e, in altri casi ancora, Mosè, Aronne, Miriam, erano secondi nomi di Sacerdoti o Sacerdotesse. Quando Gesù si incontrava con l'Arcangelo Michele, con Mosè o con Elia, con chi si incontrava realmente, con figure appartenenti ad un regno "non terrestre" o con i Sacerdoti ebrei di Gerusalemme? Per quanto concerne gli angeli, la Bibbia ne descrive due categorie. La prima categoria li vede come esseri dall’aspetto umano inviati dal "Signore" in veste di "messaggeri" (tale infatti è il significato letterale di angeli, in greco antico). Alla seconda categoria di angeli appartengono esseri vendicativi con terribili poteri distruttivi. Invero c'era una terza categoria di angeli (Serafini, Cherubini…), che però non avevano un aspetto umano, bensì di mezzi meccanici altamente tecnologici (vedi Daniele 7:9, Isaia 6: 1-2, Ezechiele 1). Parliamo ora della "crocifissione" e di Maria Maddalena. Fonti alternative affermano da sempre che Gesù non salì sulla croce. Al momento della crocifissione vi fu uno scambio di persona. Questo misterioso personaggio si chiamava Simone (Simone il cireneo). La tesi che Gesù non sia spirato sulla croce ma, dopo vari anni di predicazioni, in altri luoghi della Terra, è condivisa dai Mussulmani e dai Cavalieri Templari, che la pensavano allo stesso modo. La tomba del Cristo fu trovata vuota e ciò rese plausibile l'ipotesi di un Gesù scampato al martirio. Maria Maddalena, costretta alla fuga da Gerusalemme, portò con sé il "frutto" dell'amore di Gesù. Molti sono gli indizi che supportano questa "eresia gnostica". Numerosi documenti la ritraggono come colei che, sbarcando sulle coste francesi della Provenza, diede continuità alla famiglia della Casa del Sangue Reale del Dragone Messianico, la discendenza degli Anunnaki, il "Sacro (Santo) Graal". Ma questa è un'altra storia. Testamentari della vita di Gesù furono i Desposyni (parola greca che significa "del Maestro"). Appartenenti alla stirpe di Yehoshua il Messia, i Desposyni furono perseguitati ed uccisi, cosicché parte della storia del lignaggio davidico della discendenza messianica andò perduta per svariati secoli, rimasti nell'oscurantismo più bieco. Fortunatamente qualcosa rimase sepolta nei deserti di quelle terre e oggi, grazie ai ritrovamenti archeologici, abbiamo una documentazione in grado di supportare la nostra ricostruzione. Gesù era consapevole del suo lignaggio "extraterrestre"? Quando si riferiva al "Padre", a chi si riferiva, al Padre di Israele, Yhaweh-En.Lil., al suo Padre spirituale inteso come sacerdote, a suo padre Giuseppe, o ad un essere extraterrestre, Signore della Terra, En.Ki."? Questa, è una bella domanda! E’ tempo di risposte, amici lettori. Forse è giunto il momento che qualcuno magari aggiunga qualcos'altro alle nostre tesi..

20 ottobre 2010

Gesù l'Anunnako, parte 1

ATTENZIONE: La Redazione di Anunnakitranoi, che cura la gestione del presente blog, potrebbe non condividere l'articolo in questione. Tale articolo, tratto da Area di Confine, viene riportato per dovere di cronaca e di informazione. Ci scusiamo con chiunque possa trovarlo offensivo.

di Pietro Albanese e Roberto Boncristiano

Tratto da Area di Confine 53 – Febbraio 2010

Parte 1

Se Dio vuole impedire il male ma non è in grado di farlo, non è onnipotente. Se è in grado di farlo ma non vuole, allora deve essere malvagio. Se non può e non vuole …… perché chiamarlo Dio?

Una caratteristica dominante emersa dalla lettura dell’Antico Testamento è la durezza del Dio di Israele. Un Dio che, secondo una mia personale interpretazione, si pone alla stregua di En.Lil, il Dio del Comando dei sumeri. Peculiarità caratteriali molto simili sono infatti riscontrabili tra i due "dèi ". Nel racconto mesopotamico dell’Epica di Gilgamesh, fu En.Lil. il Dio diluvio, un Dio però che nulla potè fare per evitare l’ evento catastrofico, in quanto "non dotato" di onnipotenza. Fu En.Lil. ad essere definito "Signore della Montagna" e fu En.Lil. ad essere considerato un dio dalle dure regole imposte agli uomini, e perciò temuto. Analogamente, nella Bibbia è ricorrente l’ira di Yahweh. Punizioni, maledizioni, stragi sono più volte compiute a danno del popolo d’Israele. Per non parlare di quei popoli letteralmente ridotti in cenere perché estranei alle leggi imposte col terrore dal "Dio degli eserciti". A conferma di tale durezza, la Bibbia è piena, zeppa di episodi duri e cruenti. Senza scendere nei particolari del periodo dei 40 anni del girovagare del popolo israelita nelle terre della penisola del Sinai o delle famose "Guerre di Yahweh ", basterà citare l’episodio che vede Abramo cacciare il figlio Ismaele e sua madre Agar con il beneplacito di Dio. Uomini come Giosuè, Davide, Salomone, ispirati dalle "guerre sante", sono stati protagonisti di eventi che a una attenta lettura biblica fanno accapponare la pelle. Nel racconto biblico, Yahweh o Geova interpreta molto bene il ruolo del Dio mesopotamico En.Lil., tanto che i due "Signori del Comando" assumono un aspetto antropomorfo , piuttosto che divino. E allora torna in mente un concetto epicureo, tratto dalla dottrina filosofica di Epicuro di Samo (n. 341 a.c.) : "Se Dio vuole impedire il male ma non è in grado di farlo, non è onnipotente. Se è in grado di farlo ma non vuole, allora deve essere malvagio. Se non può e non vuole...perché chiamarlo Dio?". Ma torniamo all’Unto del Signore. Tale definizione appartenente a Davide, re d’Israele, ci conduce finalmente a Gesù, il Messia, L’Unto, il Cristo. Congediamoci pertanto dai testi egizi e mesopotamici servendoci d’ ora in poi di testi "gnostici" tanto avversati dall’ortodossia cristiana di Roma. Le note che daranno seguito a questo articolo, sarà bene ribadirlo, sono il prodotto di una mia personale e controversa interpretazione dei testi quivi menzionati. Potrà apparire azzardata, sconcertante, sicuramente possibile di aggiustamenti, ma comunque essa è la risultanza di riflessioni di chi oggi ve la propone. A mio parere, Laurence Gardner da tempo cerca di dirci velatamente chi era Gesù, "Yehoshua Ben Yosef" in ebraico (Jeovah Salva, il figlio di Giuseppe). Nel farlo usa un metodo criptico che, se accettato dal mondo accademico, portererebbe a far riscrivere duemila anni di storia cristiana. E allora, chi era Gesù? Yehoshua Ben Yosef era il discendente diretto della "Casa del Dragone Messianico", per dirla in breve, un "Anunnako"!! Ritengo sia superfluo riprendere il filo conduttore che inevitabilmente ci riporterebbe sul binario "extraterrestre". Credo sia chiaro a questo punto il concetto. Se Gesù era un Anunnako, era anche figlio di un Dio anunnako. Dell’aspetto divino abbiamo già argomentato e quindi non ci resta che toccare l’ aspetto umano di quel grande mistico che fu Gesù. L’amico Ennio Piccaluga, con il quale dialoghiamo spesso sugli argomenti trattati su Area di confine, a volte si sofferma su alcuni passaggi evangelici. Nei Vangeli di Marco (15:34) e di Matteo (27/46) si afferma : "All’ora nona Gesù gridò con gran voce, dicendo : ‘Eloi, Eloi (o Eli), lamma sabactani?’ (mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?). A parere di Piccaluga i termini Eloi o Eli sarebbero stati confusi per difetto di pronuncia con “En.Lil.”. E’ un’ipotesi interessante ma, a mio parere, cozza con la ricostruzione di queste pagine, dove Gesù discenderebbe direttamente dal padre di Qayin, En.Ki. . Non dimentichiamo poi l’ altra possibile traduzione dell’ invocazione di Gesù riferita al profeta Elia. Nel Vangelo gnostico di Giuda, da qualche anno in circolazione, c’è un passaggio dove Gesù, rivolgendosi a Giuda, dice in sintesi: "Vedi Giuda, tu hai compreso bene chi è il mio vero Padre, ma gli altri undici apostoli pregano un Dio (Yahweh) che non è mio Padre" ("Il Vangelo di Giuda", a cura di R. Kasser-M. Meyer-G. Wurst, con un commento di B. D. Ehrman, National Geographic). A mio parere quindi, Gesù non era il figlio di Dio come ci è stato detto in questi due millenni. Quando Gesù invocava il "Padre", non si riferiva al "Padre di un unico figlio", ma al "Padre di tutti i suoi figli" e quindi di noi uomini tutti. Ci sarebbe poi un’altra possibile spiegazione, ma questa la lasciamo scoprire a voi, se vorrete ampliare le vostre conoscenze. Insomma, Gesù era un mistico, un grande filosofo, un uomo dotato di forte carisma, sicuramente un grande eroe positivo, ma non era il figlio di Dio come ci fu imposto da Saulo di Tarso, San Paolo. Gesù non ha mai detto di voler fondare una religione, una chiesa, che portassero il suo nome; mai ha detto di dover morire per sanare con il suo sangue il peccato di Adamo ed Eva, per ristabilire cioè l’alleanza fra Dio e gli uomini; non ha mai detto di essere nato da una vergine che lo aveva concepito per intervento di un dio; mai ha detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona, e con una vaga entità immateriale denominata Spirito. Gesù non ha mai dato al battesimo un particolare valore; non ha istituito alcuna gerarchia ecclesiastica, finché fu in vita; mai ha parlato di precetti, norme, cariche, vestimenti, ordini di successione, liturgie, formule; mai ha pensato di creare una sterminata falange di santi. Non è stato lui a chiedere che alcuni testi, i Vangeli, riferissero i suoi discorsi e le sue azioni, né ha mai scritto alcunché, salvo poche parole vergate col dito nella polvere. Gesù era un Ebreo, e lo è rimasto sempre, sia quando (Matteo 5, 17) ha detto: "Non pensiate che io sia venuto ad abolire la Legge o i profeti; non sono venuto per abolire ma per dare compimento"; sia quando, sul punto ormai di spirare, ha pronunciato l’attacco straziante (Salmo 22): "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Corrado Augias-Remo Cacitti, "Inchiesta sul Cristianesimo", Mondadori). Il contesto storico nel quale Gesù fa la sua apparizione è segnato da disordini di ogni genere. Gli Ebrei attendevano un Messia (dall’ebraico Maisach, ungere), "l’Unto", che doveva finalmente liberare il popolo dall’ oppressione romana. Isaia, nel 735 a.C. così profetizzava: "Ascoltate ora, o casa di Davide…Ecco, una Vergine concepirà, e partorirà un Figlio, e chiamerà il suo nome Emmanuele" (Isaia 7: 13-14).

2 ottobre 2010

Esiste un'altra Terra nell'Universo: «Su Gliese 581 c'è vita al 100%»

tratto da "Il Messaggero"




New York (1° ottobre) - «Lassù potrebbe esserci qualcuno». Magari non nella forma di un essere umano, magari neanche nella forma di qualche animale terrestre. Ma a venti anni luce dal nostropianeta, c'è un altro pianeta che ha «il cento per cento delle possibilità di aver sviluppato la vita». E questo corpo celeste che sta causando un'eccezionale ondata di entusiasmo nel mondo scientifico ha un nome molto poco romantico: Gliese 581, dal nome della stella intorno alla quale ruota, Gliese. Lo hanno scoperto due astronomi specializzati nella ricerca di pianeti, Steve Vogt dell'Università di California a Santa Cruz, e Paul Butler della Carnegie Institution di Washington. I due ricercatori hanno avuto il supporto di una squadra di astronomi svizzeri, che li hanno aiutato nei loro calcoli. E sono calcoli complicatissimi, che si basano in gran parte sui lievissimi spostamenti delle stelle che provano l'esistenza di una forza gravitazionale esercitata dai pianeti. Gliese 581 è - in termini astronomici - nel cortile di casa nostra. Si trova nella costellazione della Bilancia. Il suo sole è uno dei 100 miliardi di stelle che popolano la Via Lattea, e dista da noi appena venti anni luce, cioè quasi 200 mila miliardi di chilometri, vale a dire un milione e duecentomila volte la distanza che c'è fra la Terra e il Sole. Eppure, gli strumenti di cui oggi la scienza astronomica può avvalersi ci informano che questo pianeta con una massa corporea tre volte il nostro si trova a quella distanza dalla sua stella in cui l'acqua sulla sua superficie non congela e non bolle. Cioè: Gliese 581g orbita intorno al suo sole abbastanza vicino perché l'acqua non diventi ghiaccio, ma non tanto che il calore eccessivo la faccia evaporare. Insomma, una distanza simile a quella che divide noi dal nostro Sole. E l'acqua è l'elemento di base di ogni forma di vita. A differenza della Terra tuttavia, questo nostro gemellone resta immobile sul proprio asse, quindi mostra alla sua stella sempre la stessa faccia. E questo significa che una metà di Gliese 581 è gelida ed è sempre buia, mentre l'altra ha sempre luce ed è tiepida: «Direi che ci deve essere un clima che ci permetterebbe di circolare in maniche di camicia» ha detto il professor Vogt. L'entusiasmo per Gliese 581 è più che comprensibile. Dal 1995, quando fu confermata l'esistenza di altri pianeti oltre a quelli del nostro sistema solare, non si è mai trovato un corpo celeste che potesse essere ospitale per lo sviluppo della vita. In questi 15 anni sono stati identificati con certezza circa 200 pianeti. Ma in genere si tratta di palle di roccia gelida o giganti gassosi. Anche la stella Gliese ha altri pianeti in orbita, anch'essi inospitali come i nostri compagni del sistema solare. Quelli più vicini alla stella sono troppo caldi, e quelli più distanti sono palle di ghiaccio. E poi c'è 581, il pianeta «probabilmente abitato da qualche forma di vita».